Abstract (italian) | La nozione di aiuto di stato è chiaramente definita all'articolo 107 del TFUE e dalla normativa nazionale ; in primo luogo la Legge sugli aiuti di stato, che contiene una definizione di aiuti di stato speculare a quella del Trattato. Precisamente all’art. 2 della legge nazionale l’"aiuto di stato è la spesa effettiva e potenziale o il reddito netto attribuito allo stato da un aiuto di stato in qualsiasi forma che falsino o minaccino di falsare la concorrenza, favorendo talune imprese o talune produzioni e/o servizi nella misura in cui incidano sugli scambi tra gli Stati membri dell'UE, a norma dell'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (di seguito TFUE) ". Gli incentivi fiscali e le forme di sovvenzioni di bilancio rappresentano le misure di aiuti di stato e d’intervento per l'economia. In considerazione dei vari livelli d’intervento statale e dell’influenza sulla competitività è possibile distinguere forme di aiuti attive, passive, positive e negative. In ogni caso gli interventi dello stato per loro stessa natura devono essere sempre limitati, cercando di compromettere quanto meno le relazioni di mercato. Sebbene esistano numerose divisioni nella dottrina finanziaria, richiameremo la metodologia in base alla quale le sovvenzioni statali possono distinguersi e suddividersi tra quote sulle sovvenzioni o esenzioni fiscali, partecipazioni al capitale, prestiti agevolati e debiti fiscali e garanzie. Quando si tratta di aiuti di stato sotto forma di sovvenzioni ed esenzioni fiscali, è possibile distinguere due sottogruppi a seconda che si tratti del lato delle entrate o del lato della uscite. Dal lato delle entrate come aiuti di stato appaiono gli incentivi fiscali sotto forma di aliquote fiscali preferenziali, detrazioni fiscali sugli investimenti e incentivi sugli investimenti. Gli incentivi fiscali più comunemente usati solitamente sono visibili nell'aliquota ridotta (imposta sul reddito delle persone giuridiche), l'inazione fiscale, l’accelerazione degli ammortamenti sugli investimenti, le svalutazioni dei contributi e altri. È opinione prevalente in letteratura che gli incentivi fiscali non hanno un ruolo cruciale nelle decisioni sull’investimento o circa le modalità dell’investimento medesimo (località, stato, etc...). Studi econometrici evidenziano che le tasse hanno poco o nessun impatto sulla crescita economica, ma anche su altre variabili che riflettono la competitività delle singole economie. Nonostante ciò, vivendo nell’epoca della globalizzazione, gli stati, quali potenziali luoghi di investimento, stanno diventando sempre più simili. Quanto più gli stati si assomigliano, tanto più sono intercambiabili ai fini di potenziali investimenti. Pertanto, a differenza di quanto emerge sul piano generale dagli studi econometrici, gli aiuti fiscali hanno un ruolo crescente nell’incentivazione della competitività. È pertanto evidente che il sistema fiscale e la politica fiscale non possono venire sottovalutati nella costruzione della competitività. L’importante attività legislativa dell'Unione europea in materia di aiuti di stato, nonché le iniziative volte a prevenire la concorrenza fiscale (preferenziale) dannosa, sono chiari indicatori del riconoscimento del ruolo del sistema fiscale e della politica fiscale, quali strumenti delle politiche strutturali globali con l'obiettivo di costruire la competitività. |